Oggi non parliamo di noi. Oggi non parliamo di lei e nemmeno di lui... e nemmeno di un FROCIO che scrive.
Lasciamo parlare solo una lettera ricevuta dalla blogger Enrica Tesio (https://tiasmo.wordpress.com) Le nostre parole, qui, non sono utili. Possiamo solo riflettere.
https://tiasmo.wordpress.com/2016/04/21/sono-frocio-ed-e-contro-natura-lettera-aperta-ai-cattolici-intransigenti-ovvero-lettera-alla-mia-famiglia/
Tutto quello che vorresti sapere, leggere e chiedere sull'apparato genitale maschile
giovedì 21 aprile 2016
venerdì 15 aprile 2016
TRANSESSUALISMO: CAMBIA IL CERVELLO DOPO L’OPERAZIONE
Oggi affrontiamo un tema molto delicato che ci auguriamo possa incontrare il vostro interesse e avviare un proficuo dibattito o un piacevole confronto.
Innanzitutto, vi confermiamo che no, non abbiamo dimenticato di mettere il punto interrogativo al titolo del post.
Il nostro, infatti, non è un interrogativo, ma il risultato di uno studio che ha visto coinvolto qualche tempo fa il nostro gruppo insieme ad altri colleghi del centro CIDIGeM di Torino e che intendiamo condividere qui con voi nella speranza di ricevere anche le testimonianze (sotto il profilo umano e non scientifico) di chi si è sottoposto a un’operazione di ri-assegnazione di sesso da uomo a donna.
Ovviamente la nostra volontà è quella di divulgare il più possibile e in maniera chiara, attraverso questo blog, tutto quanto ci sia di inerente alla sfera sessuale maschile, senza inutili giri di parole o tecnicismi di difficile comprensione per i non addetti ai lavori… tanto più, quando si tratta, come in questo caso, di un argomento così delicato e ancora troppo poco discusso serenamente.
Nel nostro caso, in particolare, affrontiamo un aspetto relativo alla disforia di genere, quello dell'eziopatogenesi (ossia l’analisi del processo di insorgenza, dello sviluppo e delle cause di una patologia), che ancora oggi risulta davvero poco chiara, nonostante vi siano teorie biologiche ampiamente accettate.
Molti studi, infatti, hanno dimostrato l'esistenza di alcune aree cerebrali relative proprio al “genere”. Effettivamente, le varie aree che appartengono al sistema limbico sono caratterizzate da un dimorfismo sessuale sia in strutture macroscopiche che microscopiche. Come sappiamo, infatti, gli uomini e le donne sono diversi in molte cose… anche nel trattare gli stimoli conoscitivi ed emotivi.
La neurofisiologia può arrivare a stimare le funzioni conoscitive basandosi su analisi potenziali (ERP) di causa-effetto, in particolar modo applicandole su un componente chiamato P300. L'onda di P300 è una deviazione positiva e centro-parietale nell’ERP umano, cosa che avviene approssimativamente in 300 millisecondi dopo aver avuto gli stimoli. Più semplicemente, questa “deviazione” è nota come "onda conoscitiva".
Sono invece pochi gli scienziati e i medici che hanno studiato, attraverso la neurofisiologia, cosa avviene a livello cerebrale nei gender, specificatamente in coloro che si sono sottoposti a un cambio di sesso da maschio a femmina.
Con la nostra équipe abbiamo quindi voluto approfondire questo aspetto.
Così, per questo studio, abbiamo coinvolto quindici volontari transessuali MToF (da maschio a femmina) con una media età di 35 anni e venti eterosessuali (10 maschi e 10 femmine) per una prova di ERP emotiva. Gli ERP conoscitivo-emotivi sono stati eseguiti mentre i soggetti stavano guardando diapositive estratte dal Sistema di Ritratto Affettivo (IAPS) e Internazionale, ossia 60 ritratti, divisi in due serie con valenze positive/neutrali e negative/neutrali mostrate casualmente ai soggetti.
L'area sotto il P300, la sua ampiezza e latenza sono state comparate con i gruppi di controllo eterosessuale e con coloro che si erano sottoposti chirurgicamente al ri-assegnamento di sesso (SRS). Il componente di P300 nelle donne è stato caratterizzato da una più grande latenza, ampiezza e area, comparata a quella del maschio nei ritratti sia piacevoli che sgradevoli. Tutti i parametri di P300 nei transessuali MToF sono aumentati in risposta agli stimoli positivi o negativi. Perciò, la nostra analisi di ERP ha dimostrato che vi era una maggiore ampiezza del P300 nei transessuali MToF in risposta agli stimoli positivi e negativi.
Pertanto, abbiamo potuto constatare una sensibilità più alta agli stimoli piacevoli e sgradevoli nei transessuali MToF, presumendo quindi una tendenza ad assumere caratteristiche cerebrali tipicamente femminili dopo l’operazione chirurgia di ri-assegnamento di sesso.
In conclusione, secondo i nostri risultati, si può presumere che i transessuali MtoF che si sono sottoposti a un’operazione di questo tipo, nella quale si assegnano e ricostruiscono le caratteristiche genitali femminili, tendano ad assumere anche caratteristiche cerebrali femminili.
Nella nostra opinione, questi risultati sottolineano pertanto gli effetti benefici dell’intervento che permette alle persone di reagire alla conversione di chirurgia genitale con una femminilizzazione cerebrale. Questi due effetti tendono a risolvere il conflitto tipico di questa situazione: la discrepanza tra caratteristiche cerebrali e fisiche.
Innanzitutto, vi confermiamo che no, non abbiamo dimenticato di mettere il punto interrogativo al titolo del post.
Il nostro, infatti, non è un interrogativo, ma il risultato di uno studio che ha visto coinvolto qualche tempo fa il nostro gruppo insieme ad altri colleghi del centro CIDIGeM di Torino e che intendiamo condividere qui con voi nella speranza di ricevere anche le testimonianze (sotto il profilo umano e non scientifico) di chi si è sottoposto a un’operazione di ri-assegnazione di sesso da uomo a donna.
Ovviamente la nostra volontà è quella di divulgare il più possibile e in maniera chiara, attraverso questo blog, tutto quanto ci sia di inerente alla sfera sessuale maschile, senza inutili giri di parole o tecnicismi di difficile comprensione per i non addetti ai lavori… tanto più, quando si tratta, come in questo caso, di un argomento così delicato e ancora troppo poco discusso serenamente.
Nel nostro caso, in particolare, affrontiamo un aspetto relativo alla disforia di genere, quello dell'eziopatogenesi (ossia l’analisi del processo di insorgenza, dello sviluppo e delle cause di una patologia), che ancora oggi risulta davvero poco chiara, nonostante vi siano teorie biologiche ampiamente accettate.
Molti studi, infatti, hanno dimostrato l'esistenza di alcune aree cerebrali relative proprio al “genere”. Effettivamente, le varie aree che appartengono al sistema limbico sono caratterizzate da un dimorfismo sessuale sia in strutture macroscopiche che microscopiche. Come sappiamo, infatti, gli uomini e le donne sono diversi in molte cose… anche nel trattare gli stimoli conoscitivi ed emotivi.
La neurofisiologia può arrivare a stimare le funzioni conoscitive basandosi su analisi potenziali (ERP) di causa-effetto, in particolar modo applicandole su un componente chiamato P300. L'onda di P300 è una deviazione positiva e centro-parietale nell’ERP umano, cosa che avviene approssimativamente in 300 millisecondi dopo aver avuto gli stimoli. Più semplicemente, questa “deviazione” è nota come "onda conoscitiva".
Sono invece pochi gli scienziati e i medici che hanno studiato, attraverso la neurofisiologia, cosa avviene a livello cerebrale nei gender, specificatamente in coloro che si sono sottoposti a un cambio di sesso da maschio a femmina.
Con la nostra équipe abbiamo quindi voluto approfondire questo aspetto.
Così, per questo studio, abbiamo coinvolto quindici volontari transessuali MToF (da maschio a femmina) con una media età di 35 anni e venti eterosessuali (10 maschi e 10 femmine) per una prova di ERP emotiva. Gli ERP conoscitivo-emotivi sono stati eseguiti mentre i soggetti stavano guardando diapositive estratte dal Sistema di Ritratto Affettivo (IAPS) e Internazionale, ossia 60 ritratti, divisi in due serie con valenze positive/neutrali e negative/neutrali mostrate casualmente ai soggetti.
L'area sotto il P300, la sua ampiezza e latenza sono state comparate con i gruppi di controllo eterosessuale e con coloro che si erano sottoposti chirurgicamente al ri-assegnamento di sesso (SRS). Il componente di P300 nelle donne è stato caratterizzato da una più grande latenza, ampiezza e area, comparata a quella del maschio nei ritratti sia piacevoli che sgradevoli. Tutti i parametri di P300 nei transessuali MToF sono aumentati in risposta agli stimoli positivi o negativi. Perciò, la nostra analisi di ERP ha dimostrato che vi era una maggiore ampiezza del P300 nei transessuali MToF in risposta agli stimoli positivi e negativi.
Pertanto, abbiamo potuto constatare una sensibilità più alta agli stimoli piacevoli e sgradevoli nei transessuali MToF, presumendo quindi una tendenza ad assumere caratteristiche cerebrali tipicamente femminili dopo l’operazione chirurgia di ri-assegnamento di sesso.
In conclusione, secondo i nostri risultati, si può presumere che i transessuali MtoF che si sono sottoposti a un’operazione di questo tipo, nella quale si assegnano e ricostruiscono le caratteristiche genitali femminili, tendano ad assumere anche caratteristiche cerebrali femminili.
Nella nostra opinione, questi risultati sottolineano pertanto gli effetti benefici dell’intervento che permette alle persone di reagire alla conversione di chirurgia genitale con una femminilizzazione cerebrale. Questi due effetti tendono a risolvere il conflitto tipico di questa situazione: la discrepanza tra caratteristiche cerebrali e fisiche.
martedì 12 aprile 2016
INFERITILITÀ MASCHILE
Qualche giorno fa, un amico giornalista ci ha chiesto un parere relativamente a quello che, oggi più che mai, rappresenta un problema sanitario decisamente rilevante, non solo dal punto di vista clinico, ma anche sotto il profilo sociale: l'infertilità maschile.
A questo proposito, vogliamo approfittare dell'apertura del nostro blog per ricordare, attraverso le parole del dott. Timpano che troverete al fondo del post, ciò che sosteniamo e dichiariamo quotidianamente ai nostri pazienti in merito alla prevenzione e al suo valore. Partendo da un dato per nulla edificante, ossia che l'età dei neo-papà in Italia è fra le più alte in Europa, non si può non considerare il fatto che la "qualità" del liquido seminale diminuisce con il trascorre degli anni... ed è per questo che più si avanza con l'età più aumentano le possibilità di risultare non fertile. Sicuramente, alcuni stili di vita considerati a rischio come il fumo o l’abuso di alcool sono pesantemente associati all’aumento dell’incidenza di questa situazione. Esistono però una serie di problematiche mediche che stanno contribuendo all’aumento di responsabilità da parte dei maschi nell’ambito dell’infertilità di coppia... che con l'età avanzata non hanno nulla a che vedere!Un esempio per tutti è il varicocele. Quante volte l'avete sentito nominare? Forse una volta o due, quando si è ragazzini (intorno ai 14,16 anni) e si va ancora dal pediatra pur pensando di non averne bisogno perché, probabilmente: "Primo: non ho bisogno che mia madre mi porti da un medico... sto benissimo e non ho bisogno che qualcuno mi guardi il pisello! Secondo: sono grande ormai, cosa vado a fare dal medico dei bambini?!". Ed è probabile che in quella stessa occasione il medico abbia accennato proprio al varicocele...Per chi non ricorda (comprensibilmente!) la spiegazione che ci ha fatto il medico a suo tempo, ricordiamo noi che si tratta una patologia, che può iniziare nell'adolescenza, alla cui diagnosi molti uomini arrivano solo da adulti, quando si trovano ad effettuare gli approfondimenti diagnostici per una documentata infertilità. Purtroppo, i giovani maschi fanno ancora molta fatica a programmare una visita dall’uro-andrologo, né gli è sufficiente sapere che molte delle patologie genitali, fra cui anche il varicocele, possono decorrere in modo del tutto privo di sintomi generali, come nel caso dell’azoospermia, cioè la completa assenza di spermatozoi nel liquido seminale. Per questo ci teniamo a ricordare su questa pagina, e ogni giorno ai futuri padri che visitiamo o a coloro che lo sono già e hanno figli adolescenti, quanto ha dichiarato il dott. Timpano:"C’è bisogno che gli uomini di tutte le età acquisiscano la consapevolezza che il controllo dall’uro-andrologo non viola la propria identità di maschio, ma al contrario aiuta a mantenere e migliorare la propria salute genitale, sia dal punto di vista riproduttivo che da quello sessuale".Quindi ragazzi, ex ragazzi, uomini tutti... non abbiate mai timore o imbarazzo di chiedere e confrontarvi con un medico specialista. Aspettiamo i vostri commenti in merito e, anche in forma anonima, chiedeteci tutto ciò che può esservi utile da sapere su questo argomento!
A questo proposito, vogliamo approfittare dell'apertura del nostro blog per ricordare, attraverso le parole del dott. Timpano che troverete al fondo del post, ciò che sosteniamo e dichiariamo quotidianamente ai nostri pazienti in merito alla prevenzione e al suo valore. Partendo da un dato per nulla edificante, ossia che l'età dei neo-papà in Italia è fra le più alte in Europa, non si può non considerare il fatto che la "qualità" del liquido seminale diminuisce con il trascorre degli anni... ed è per questo che più si avanza con l'età più aumentano le possibilità di risultare non fertile. Sicuramente, alcuni stili di vita considerati a rischio come il fumo o l’abuso di alcool sono pesantemente associati all’aumento dell’incidenza di questa situazione. Esistono però una serie di problematiche mediche che stanno contribuendo all’aumento di responsabilità da parte dei maschi nell’ambito dell’infertilità di coppia... che con l'età avanzata non hanno nulla a che vedere!Un esempio per tutti è il varicocele. Quante volte l'avete sentito nominare? Forse una volta o due, quando si è ragazzini (intorno ai 14,16 anni) e si va ancora dal pediatra pur pensando di non averne bisogno perché, probabilmente: "Primo: non ho bisogno che mia madre mi porti da un medico... sto benissimo e non ho bisogno che qualcuno mi guardi il pisello! Secondo: sono grande ormai, cosa vado a fare dal medico dei bambini?!". Ed è probabile che in quella stessa occasione il medico abbia accennato proprio al varicocele...Per chi non ricorda (comprensibilmente!) la spiegazione che ci ha fatto il medico a suo tempo, ricordiamo noi che si tratta una patologia, che può iniziare nell'adolescenza, alla cui diagnosi molti uomini arrivano solo da adulti, quando si trovano ad effettuare gli approfondimenti diagnostici per una documentata infertilità. Purtroppo, i giovani maschi fanno ancora molta fatica a programmare una visita dall’uro-andrologo, né gli è sufficiente sapere che molte delle patologie genitali, fra cui anche il varicocele, possono decorrere in modo del tutto privo di sintomi generali, come nel caso dell’azoospermia, cioè la completa assenza di spermatozoi nel liquido seminale. Per questo ci teniamo a ricordare su questa pagina, e ogni giorno ai futuri padri che visitiamo o a coloro che lo sono già e hanno figli adolescenti, quanto ha dichiarato il dott. Timpano:"C’è bisogno che gli uomini di tutte le età acquisiscano la consapevolezza che il controllo dall’uro-andrologo non viola la propria identità di maschio, ma al contrario aiuta a mantenere e migliorare la propria salute genitale, sia dal punto di vista riproduttivo che da quello sessuale".Quindi ragazzi, ex ragazzi, uomini tutti... non abbiate mai timore o imbarazzo di chiedere e confrontarvi con un medico specialista. Aspettiamo i vostri commenti in merito e, anche in forma anonima, chiedeteci tutto ciò che può esservi utile da sapere su questo argomento!
lunedì 11 aprile 2016
BENVENUTI!
Benvenuti sul blog di Androteam.
Pochi giorni fa, al termine di un'operazione di cambio di sesso (da donna a uomo, nello specifico), il nostro paziente, da poco ripresosi dall'anestesia, invece che domandarci qualcosa su uno dei mille aspetti scientifici o clinici post-operatori ai quali eravamo pronti a rispondere, ci domanda in tutta serenità: "Ma voi avete un blog?".
Onestamente era l'ultima cosa a cui noi stavamo pensando dopo svariate ore alle prese con un'operazione così delicata...
Con il sorriso di chi si trova palesemente spiazzato, rispondiamo onestamente che no, un blog non lo abbiamo proprio. Abbiamo appena rifatto il sito, tutto nuovo, molto bello, etc, etc..., che stiamo aprendo vari Social... ma il Blog no, quello proprio non ancora!
"Ah, peccato", sottolinea lui, "perché sarebbe davvero comodo poter seguire i vostri consigli, conoscere le vostre idee e avere vostri pareri su un tema così delicato come il cambio di sesso... Non sono molti i medici che usano internet per coinvolgere e far conoscere alle persone cosa significhi e come si debba affrontare una scelta così complessa".
Ecco... No, in effetti non sono molti... noi compresi! O meglio, su internet gira davvero di tutto e sono tanti quelli che dispensano consigli talvolta validi, talvolta (troppo spesso) poco raccomandabili. Ma di questo ne parleremo in un'altra occasione...
Così, per farla breve, dopo esserci tolti i camici siamo andati con altri due colleghi a berci un aperitivo vicino all'ospedale. Brindando, ci siamo guardati in faccia molto soddisfatti per l'eccellente riuscita dell'operazione, ma vedevo negli occhi degli altri componenti di Androteam un grande punto interrogativo: "Ma davvero potrebbe essere così importante, o quantomeno utile, aprire un blog?".
A questa domanda forse potremo rispondere solo dopo un bel po' di tempo e, più che altro, solo dopo che lo avremo aperto!
Ma sta di fatto che dopo un lunga chiacchierata, continuata a cena, abbiamo ritenuto che forse, nel nostro piccolo, quello del blog potrebbe essere un ulteriore strumento per farci sentire, e sentirci, vicini non solo ai nostri pazienti abituali o che si devono sottoporre a operazioni di cambio sesso, ma anche a tutti coloro che nel corso della loro vita si trovano (troppo spesso) soli ad affrontare problematiche più o meno gravi legate a una sfera della vita talvolta troppo intima per poterla condividere pubblicamente.
Per questo, oggi, abbiamo finalmente deciso di aprire il nostro blog con la volontà e la speranza di essere un piccolo punto di riferimento, nel mare magnum di internet, per tutti coloro che, per mille ragioni, cercano anche un piccolo supporto su un tema troppo spesso ancora tabù.
Noi siamo qui per questo: per rendervi partecipi attraverso i nostri post di ciò che si scopre, si sperimenta, si consiglia in materia a livello medico-chirurgico-scientifico... e per ricevere i vostri commenti, le vostre domande, dubbi o semplici curiosità in merito a tutto ciò che succede dall'ombelico in giù!
Un abbraccio a tutti. Vi aspettiamo al prossimo post.
Pochi giorni fa, al termine di un'operazione di cambio di sesso (da donna a uomo, nello specifico), il nostro paziente, da poco ripresosi dall'anestesia, invece che domandarci qualcosa su uno dei mille aspetti scientifici o clinici post-operatori ai quali eravamo pronti a rispondere, ci domanda in tutta serenità: "Ma voi avete un blog?".
Onestamente era l'ultima cosa a cui noi stavamo pensando dopo svariate ore alle prese con un'operazione così delicata...
Con il sorriso di chi si trova palesemente spiazzato, rispondiamo onestamente che no, un blog non lo abbiamo proprio. Abbiamo appena rifatto il sito, tutto nuovo, molto bello, etc, etc..., che stiamo aprendo vari Social... ma il Blog no, quello proprio non ancora!
"Ah, peccato", sottolinea lui, "perché sarebbe davvero comodo poter seguire i vostri consigli, conoscere le vostre idee e avere vostri pareri su un tema così delicato come il cambio di sesso... Non sono molti i medici che usano internet per coinvolgere e far conoscere alle persone cosa significhi e come si debba affrontare una scelta così complessa".
Ecco... No, in effetti non sono molti... noi compresi! O meglio, su internet gira davvero di tutto e sono tanti quelli che dispensano consigli talvolta validi, talvolta (troppo spesso) poco raccomandabili. Ma di questo ne parleremo in un'altra occasione...
Così, per farla breve, dopo esserci tolti i camici siamo andati con altri due colleghi a berci un aperitivo vicino all'ospedale. Brindando, ci siamo guardati in faccia molto soddisfatti per l'eccellente riuscita dell'operazione, ma vedevo negli occhi degli altri componenti di Androteam un grande punto interrogativo: "Ma davvero potrebbe essere così importante, o quantomeno utile, aprire un blog?".
A questa domanda forse potremo rispondere solo dopo un bel po' di tempo e, più che altro, solo dopo che lo avremo aperto!
Ma sta di fatto che dopo un lunga chiacchierata, continuata a cena, abbiamo ritenuto che forse, nel nostro piccolo, quello del blog potrebbe essere un ulteriore strumento per farci sentire, e sentirci, vicini non solo ai nostri pazienti abituali o che si devono sottoporre a operazioni di cambio sesso, ma anche a tutti coloro che nel corso della loro vita si trovano (troppo spesso) soli ad affrontare problematiche più o meno gravi legate a una sfera della vita talvolta troppo intima per poterla condividere pubblicamente.
Per questo, oggi, abbiamo finalmente deciso di aprire il nostro blog con la volontà e la speranza di essere un piccolo punto di riferimento, nel mare magnum di internet, per tutti coloro che, per mille ragioni, cercano anche un piccolo supporto su un tema troppo spesso ancora tabù.
Noi siamo qui per questo: per rendervi partecipi attraverso i nostri post di ciò che si scopre, si sperimenta, si consiglia in materia a livello medico-chirurgico-scientifico... e per ricevere i vostri commenti, le vostre domande, dubbi o semplici curiosità in merito a tutto ciò che succede dall'ombelico in giù!
Un abbraccio a tutti. Vi aspettiamo al prossimo post.
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