È ormai noto che l’attività fisica regolare è fondamentale per tenere sotto controllo i principali fattori di rischio connessi allo sviluppo di malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche, nefrologiche, ma anche urologiche.
Anche in caso di patologie prostatiche l’attività fisica, se praticata con le dovute cautele, non è affatto controindicata, anzi è vivamente consigliata.
Vi sono infatti evidenze scientifiche che indicano come un adeguato programma di esercizio fisico, associato a una corretta alimentazione ed eventualmente al trattamento farmacologico, abbia effetti positivi sullo stato di salute del paziente.
Le difficoltà a intraprendere un adeguato programma sportivo per i pazienti che soffrono di patologie a carico dell’apparato urinario sono numerose; in particolare, i pazienti affetti da ipertrofia prostatica sono restii a iniziare un programma di allenamento, perché pensano che alcuni sport possano peggiorare la patologia.
L’urologo-andrologo potrà dunque essere di grande aiuto per incentivare la pratica dello sport nel proprio assistito, fornendogli suggerimenti e consigli adatti; è fondamentale però impostare un piano di allenamento che eviti sforzi eccessivi, consenta precauzioni adeguate e gradualità nell’intensità e non presenti il rischio di sottoporre il paziente a pericolosi traumi.
Nella valutazione dell’attività sportiva per l’uomo con ingrossamento prostatico occorre chiarire se l’allenamento in generale e alcuni sport in particolare possono rappresentare un fattore favorente o aggravante questa situazione. Poiché l’attività fisica tende a ridurre il cosiddetto “tono simpatico” e a favorire uno stato di distensione muscolare, è stato ipotizzato che essa abbia addirittura un effetto benefico sull’IPB. Per esempio, camminare a passo spedito rappresenta un beneficio in particolare per gli uomini anziani. Secondo alcuni studi scientifici, camminare anche solo 3 ore alla settimana riduce il rischio di IPB del 10%, mentre l’inattività (valutata come numero di ore trascorse davanti alla TV), aumenta il rischio di IPB sintomatica. Il meccanismo con cui questi benefici si esprimono non è del tutto chiarito, così come non è sicuro, al contrario, se lo sfregamento meccanico causato da un’attività fisica molto intensa, come ad esempio il ciclismo possa essere causa di IPB.
Interessanti i dati di uno studio dell’“International Journal of Sport Medicine” che ha indagato l’influenza dell’esercizio fisico strenuo, in particolare, il ciclismo, sulla concentrazione del PSA. Sono stati analizzati dati sull’attività di ciclisti professionisti, atleti che praticavano sci di fondo e soggetti sedentari: i livelli di PSA non hanno mostrato differenze significativa fra i tre gruppi. Gli Autori hanno pertanto concluso che né l’attività fisica, né sollecitazioni meccaniche ripetute e prolungate in regione prostatica hanno un’influenza sui valori del PSA.
Quindi, da diversi studi e dall’esperienza clinica si deduce che l’attività fisica non induce IPB e che, anzi, l’attività fisica di intensità moderata ne riduce il rischio.
Può essere utile il monitoraggio dei sintomi con strumenti semplici, come il questionario IPSS che vi forniamo, qui di seguito, qualora vogliate semplicemente “verificare”… ma che non dovrete inviarci: quello ufficiale ve lo forniremo noi prima di una Vostra eventuale visita presso le nostre strutture!